DOMENICA 18 GIUGNO 5:00
ERIC CHENAUX (CAN)
Santuario Madonna della Rosa — Monticelli Brusati (BS)
Evento inserito in PROGETTO IMPRO-LIGETI di Area Sismica, MMT Creative Lab, Ass.ne Lampedée, con il supporto del Progetto Speciale del Ministero della Cultura
Un progetto sostenuto dalla Fondazione Cariplo / Imaginary Landscapes / progetto speciale B(b)ao23 – Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023
Ticket: Intero 10€ / Ridotto 5€ per residenti Monticelli Brusati – under 25 e over 65
Da San Zenone a Santuario Madonna della Rosa – Monticelli Brusati (BS)
Ore 4.00 – CYBER-WALK with IMMAGINARIA
Partecipazione gratuita
Santuario della Madonna della Rosa – Monticelli Brusati (BS)
Ore 5.00 – ERIC CHENAUX (CAN)
ITA
Talento cristallino, artista in stato di grazia e dallo stile unico e personale, il canadese Eric Chenaux negli ultimi dieci anni ha rivoluzionato il mondo e il senso del songwriting di matrice jazz: i suoi dischi affrontano la relazione tra struttura e improvvisazione, in modi molto particolari e unici, senza cinismo ma con amore. Perché in fondo quelle di Chenaux sono canzoni d’amore, che canta con voce dolce e limpida, mentre la chitarra si piega delicatamente, diverge e scompone. A dispetto di un’innegabile vena iconoclasta, la sua musica rimane meravigliosamente calda, generosa e in ultima istanza accessibile. La giustapposizione tra crooning morbido e vellutato e le esplorazioni sperimentali della chitarra apre a nozioni inedite di accompagnamento e canto e a forme non convenzionali di interplay timbrico e tonale. Il suo è un suonare la chitarra attorno e contro la voce, improvvisando “con se stesso” allo scopo di catturare momenti di interdipendenza imprevisti e intimi. Un gioioso abbandono allo spazio improvviso e improvvisativo in cui gioco e leggerezza vengono presi molto sul serio.
ENG
A crystal-clear talent, an artist in a state of grace with a unique and personal style, Canadian Eric Chenaux over the past decade has revolutionized the world and the meaning of jazz-based songwriting: his records address the relationship between structure and improvisation in very particular and unique ways, without cynicism but with love. For after all, Chenaux’s are love songs, which he sings in a soft, clear voice, while the guitar gently bends, diverges, and breaks down. Despite an undeniably iconoclastic streak, his music remains wonderfully warm, generous, and ultimately accessible. The juxtaposition of soft, velvety crooning and experimental guitar explorations opens to unprecedented notions of accompaniment and singing and unconventional forms of timbral and tonal interplay. His is a playing of the guitar around and against the voice, improvising “with himself” for the purpose of capturing unexpected and intimate moments of interdependence. A joyful surrender to improvisational sudden space in which play and lightness are taken very seriously.